Consulenza Psicogiuridica

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Spesso nel giudicare una cosa ci lasciamo trascinare più dall’opinione che non dalla vera sostanza della cosa stessa.

 – Albert Einstein

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Lo psicologo, che abbia conseguito un’adeguata formazione in materia di consulenza tecnica in ambito forense, può essere chiamato come esperto in diversi ambiti e in varie forme di intervento.

La consulenza psicogiuridica può essere applicata in diversi contesti come ad esempio quello familiare, per affrontare e mediare i conflitti all’interno della famiglia e per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito ad un procedimento di separazione o divorzio (accordi sull’affido dei figli e loro modifica, tutela della genitorialità, mediazione familiare).

Il contributo dello psicologo viene definito “Consulenza Tecnica” quando opera in ambito civile e “Perizia” per l’ambito penale. L’incarico può venire affidato da un giudice, da un PM, da un avvocato o da un privato cittadino, a seconda delle circostanze. Quando lo psicologo viene nominato da un Giudice o PM svolge il ruolo di “Consulente Tecnico d’Ufficio” o CTU, mentre quando è un avvocato o il singolo cittadino ad affidargli l’incarico, esso assume il ruolo di “Consulente Tecnico di Parte” o CTP. In tali casi, la valutazione è indirizzata ad uno scopo legale e non clinico, e il soggetto valutato non è il “referente finale” della valutazione, la quale viene invece diretta all’autorità giudiziaria.

I principali strumenti utilizzati sono:

  • Analisi della documentazione e degli atti processuali
  • Colloqui individuali, di coppia e familiari
  • Osservazione clinica
  • Valutazione delle capacità genitoriali
  • Psicodiagnosi individuale attraverso l’utilizzo di test (MMP-I, WAIS-R, WISC-III, Rorschach, T.A.T., C.A.T., Test carta – matita e altri)
  • Stesura relazione tecnica

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